In questo ultimo anno mi sono ritrovata ad affrontare maggiormente tematiche legate alle conseguenze della pandemia sull’esperienza soggettiva e sul benessere psicofisico delle persone.

Ho potuto osservare degli effetti diretti, come per esempio la fobia da contagio, e degli effetti indiretti, legati all’esperienza del lockdown e all’isolamento.

L’ emozione della paura è un [member]emozione fisiologica e positiva in quanto permette alla persona di potersi proteggere da un evento considerato pericoloso per la propria sopravvivenza.

Ma quando prende il sopravvento facendoci vivere in una condizione di eccesso di allerta, diventa un’emozione che non ci permette più di sentirci bene e in armonia con noi stessi e con gli altri.

 

Un importante strumento a cui l’essere umano può ricorrere per resistere agli urti della vita senza spezzarsi o incrinarsi è la resilienza.

Questa capacità, che facilita una resistenza allo stress potenziando le proprie risorse sul piano personale e sociale, può essere allenata e utilizzata anche nella condizione di paura del contagio.

Il cuore della resilienza è la consapevolezza di essere liberi di prendere una posizione su qualsiasi situazione si presenti attraverso un auto-distanziamento, cioè attraverso il sapere prendere la giusta distanza emotiva dalle situazioni conflittuali che si presentano, e di dare quindi un significato personale agli eventi che la vita presenta.

La resilienza quindi possiede due grandi alleati: la consapevolezza della libertà di poter dare un significato quotidiano alle proprie azioni e la responsabilità individuale che a questa sempre si accompagna.

Di Morgana Penati[/member]